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Il film è veramente impegnativo ai limiti della comprensibilità, ma se vogliamo considerare il periodo di uscita e di produzione che si colloca proprio nel momento del crollo dell'Urss, potrebbe essere visto come una metafora di tutto questo. L'ambiente fotografato in bianco e nero è estremamente desolato e squallido. La terra è stata spogliata dai suoi frutti perchè invasa dalle talpe. Il personaggio principale, uno studioso, è l'unico individuo le cui azioni hanno un senso, mentre tutto intorno a lui è puro caos, senza redenzione o speranza. Un film carico di simbolismi, regia che privilegia i campi lunghi, dialoghi ridotti veramente all'osso. In parole povere, una mattonata russa in piena regola. Una mattonata di quelle pesanti, quindi rischio e pericolo per tutti coloro che vogliono impegnarsi alla visione.